Attivo un centro polifunzionale destinato a migliorare la qualità dell’assistenza e ridurre i costi

La medicina di famiglia cambia

«Un filtro tra territorio e ospedale»

(da “La Gazzetta del Mezzogiorno”)

 

Matera, 8 marzo 2002

 

Il nuovo avanza anche tra i medici di famiglia. È un progetto che rivoluziona non solo la professione, ma anche la sanità di base quello messo in campo da un gruppo di professionisti materani, dieci medici di medicina generale e due pediatri associati in cooperativa, con la creazione di un Centro medico polifunzionale unico in Italia, nel quale opereranno anche specialisti ospedalieri,che si propone come «un primo filtro sanitario» fra il territorio e l’ospedale. Convenzionato con la Asl n.4,il centro persegue

obiettivi ambiziosi: migliorare la qualità dell’assistenza, abbattere i tempi di attesa di una visita specialistica, ridurre il numero di ricoveri impropri, decongestionare il pronto soccorso, drenare l’esodo di pazienti verso ospedali fuori regione, contenere i costi della spesa sanitaria. Sul piano locale, «è la risposta del territorio all’entrata in funzione del nuovo ospedale», rileva il dott. Tommaso Dubla, segretario provinciale della Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale e presidente della cooperativa Unimed che ha dato vita al centro. Sua l’idea destinata a cambiare radicalmente, in meglio,il rapporto con il paziente, il rapporto tra medici di base e medici specialisti nonché il rapporto tra l’assistenza sul territorio e l’assistenza ospedaliera. È il Centro medico polifunzionale ad aver operato questa sintesi, traducendo in un progetto concreto i principi della riforma connessi all’istituzione dei distretti sanitari di base, le esperienze dei centri di salute spagnoli e le capacità di un gruppo di professionisti di innovare il proprio ruolo. «Ci siamo inventati nche imprenditori », spiega Dubla. Imprenditori in camice bianco. È la sfida di un gruppo di medici che ha deciso di allargare i propri orizzonti, uscendo dal chiuso di una dimensione individuale della professione per far proprio un modello associativo complesso, «che può essere affrontato - precisa Dubla – soltanto con lo strumento dell’impresa ». Basti pensare che da solo il centro copre un bacino di utenza di 15 mila pazienti assistibili, un quarto della popolazione, per comprendere la portata del progetto. Quest’ultimo è il risultato di un mix fra pubblico e privato. «È un modello organizzativo di lavoro interfacciato con la Asl unico a livello nazionale », precisa il dott. Nicola Falotico, socio della Unimed. Il centro si sta organizzando per garantire a breve il servizio di continuità assistenziale diurna, dalle 8 alle 8, ma nel giro di qualche mese potrà trasformarsi in una struttura autonoma comprendendo anche il servizio di guardia medica notturna. Gli operatori sono collegati in rete e presto lo saranno anche le strutture sanitarie di tutta la regione. Nel rispetto delle norme previste dalla privacy, sarà possibile uno scambio dei dati clinici di ciascun paziente. L’interazione tra medici di famiglia e specialisti ospedalieri è invece rivolta a favorire «quello scambio di informazioni – continua Dubla - dirette a migliorare la qualità dell’assistenza primaria erogata al cittadino». Ad essa si aggiunge l’offerta di una serie di servizi in convenzione,anche a carattere distrettuale,che comprendono incontri organizzativi con gli operatori del servizio di assistenza domiciliare,attività di formazione e informazione, iniziative di educazione sanitaria. All’interno del centro funzionano inoltre due medicherie che garantiscono l’erogazione di prestazioni paramediche: flebo, misurazioni di pressione, elettrocardiogrammi, rilevazioni della glicemia, per fare alcuni esempi. Presto sarà attivo anche il servizio per la riscossione dei ticket e il centro effettuerà prelievi emato-chimici e si completerà di ambulatori dedicati per il diabete e l’ipertensione e per la disassuefazione al fumo. Il continuo rapporto con il presidio ospedaliero e con la Asl e l’articolata offerta di servizi al paziente dovrebbe rappresentare «il filtro che permette di decongestionare i flussi in ospedale , sottolinea Falotico. Il medico sintetizza il ragionamento in una equazione: «Più territorio, meno ospedale».

L’idea del centro è maturata in un anno. Ma per metterla in cantiere si è dovuto superare difficoltà enormi, vincendo le titubanze degli stessi medici e le resistenze all’interno della Asl sulla fruizione dei servizi. La tenacia del dott. Dubla alla fine però è stata premiata. «Il presidente della Regione, Filippo Bubbico, forte della sua precedente esperienza di assessore alla Sanità, ha intuito subito la valenza del progetto. Un ruolo fondamentale - ricorda il presidente della Unimed - lo ha giocato il presidente dell’Ordine, Vito Gaudiano, che è stato un ottimo intermediario tra noi e la Regione e la Asl. Infine non va disconosciuto il contributo decisivo di due funzionari dell’azienda sanitaria,Vincenzo Denisi, capo servizio dell’assistenza sanitaria, e di Giuseppe Taratufolo, referenti del progetto». Una partenza difficile. Ma oggi i giudizi sul progetto stanno cambiando. «Molti – rivela Dubla - ci stanno studiando. Telefonano dall’Abruzzo, dalla Calabria, per conoscere più a fondo il funzionamento del nostro centro». I risultati saranno verificati in un breve arco di tempo. La convenzione con la Asl, per una spesa complessiva di 322 milioni, coperti fino a 250 da risorse regionali, il resto a carico della cooperativa,avrà la durata di un anno e gli operatori del centro sono sicuri di poter presentare alla scadenza un bilancio pienamente in attivo.

Emilio Oliva

 

Il 30 per cento dei tempi di attesa si abbatte alla ricezione

 

Si entra in una sala d’attesa spaziosa e luminosa. Di fronte c’è la ricezione e una segretaria in camice bianco è forse il primo indizio che aiuta ad immaginare di trovarsi in uno studio medico.

Ma dando uno sguardo attorno, le certezze traballano e la curiosità aumenta. Al centro, un blocco di sedie di colore blu e arancione. In due angoli sono piazzati due «totem» dotati di schermo. Sono in visione continua programmi televisivi della durata di un’ora, trasmessi via satellite, su temi di medicina generale. «Volevamo una sala d’attesa che desse l’impressione di trovarsi in un aeroporto», rivela il dott. Tommaso Dubla. Non si vola. Ma il paragone è voluto soltanto per rimarcare che il luogo deve portare il paziente a pensare ad altro.

Sala d’attesa a parte, il Centro medico polifunzionale, ubicato in via La Malfa 108 è distribuito su due

piani, è composto di due medicherie e otto studi medici, dove si alterna la presenza di medici di famiglia, pediatri e specialisti, oltre agli uffici amministrativi che ospitano la segreteria della Fimmg.

Ma il cuore del centro è il front office, il ricevimento, dove tre collaboratrici di studio accettano richieste di ricette ripetitive di farmaci che sono evase al massimo il giorno dopo. In questo modo viene ad essere decongestionato il 30 per cento delle attese dei pazienti. La presenza di due infermiere garantisce infine prestazioni paramediche all’interno del centro, ma anche a domicilio.

 

Emilio Oliva